FRANCHISING NEWS

Il Franchsing è un business model che funziona

Partiamo dai numeri. Lasciamo che siano loro ad affermare che quello del Franchising – se gestito professionalmente – è un business model che funziona. Secondo i dati dello studio che Nomisma prepara ogni anno per Assofranchising, in Italia il giro d’affari del comparto Franchising è passato dai 23,221Mld di € del 2014 ai 33,990Mld di € del 2023, con un incremento quindi di 10,769Mld di €, e cioè del +46%. Sono numeri di tutto rispetto.

Le performance sul 2022 sono incoraggianti su più punti: +9,9% rispetto al 2022 il giro d’affari, +13,8% il numero di addetti, passato a 287.767 (il Franchising crea posti di lavoro!), +9% il numero di negozi, cresciuto del +7,6%.

Bene. Ma c’è ancora ampio margine ci crescita, se ci paragoniamo ad altri Paesi.

In Francia, per fare un confronto con un mercato vicino a noi sia geograficamente sia per cultura e popolazione (68 Milioni di abitanti nel 2022, rispetto ai nostri 58,9, entrambi dati del 2022) il comparto è decisamente più sviluppato. Nel 2023 (dati sul 2022) il giro d’affari è stato di ben 88,5Mld€ (+15,6%) generato da 2.035 reti (+3,2%) in 92.132 negozi (+9%).

In Germania, 83,3 M di abitanti, il fatturato si è attestato attorno 147Mld€.

Per non parlare degli Stati Uniti, 333,3 Milioni di abitanti: qui siamo addirittura a 894US$.

Il Franchising è un modello di business che funziona perché crea una sinergia vincente, coniuga in modo armonioso i punti di forza del Franchisor, cioè il know how, che si declina in aspetti come prodotto, Operations, brand, formazione, con quelli del Franchisee, soprattutto il mordente, lo spirito imprenditoriale, la conoscenza del territorio.

C’è, dunque, realisticamente, molto spezio di crescita per il Franchising del Bel Paese.

Ma, attenzione! Non sono tutte “rose e fiori”. C’è un segnale da seguire con attenzione: è diminuito il numero di insegne, scese da 954 a 929 (-2,6%).

Il Franchising non è, quindi, una formula magica, che funziona sempre, “a prescindere”; va gestito con professionalità e con etica, evitando improvvisazione, e facendo sì che lo sviluppo avvenga in modo armonico e con equilibrio. Entrambi gli attori coinvolti, Franchisor e Franchisee, devono avere un ritorno economico che li soddisfi. E questo deve avvenire con equilibro, in modo tale che il rischio di impresa non sia scaricato solo, o prevalentemente, sul Franchisee. Ed allora ben venga ogni forma di iniziativa, di Formazione (magari con il supporto di Confimprese, Assofranchising e Federfranchising), di Ranking (come da anni fa, su altri campi, il Corriere della Sera), che permetta ai potenziali affiliati di conoscere nel migliore dei modi il mondo del Franchising, che certamente nei prossimi anni sarà un comparto dell’Economia (dove oggi pesa per il 1,8% del PIL) che in Italia vedrà un ulteriore sviluppo.

di Massimo Barbieri