Tra le caratteristiche necessarie per fare impresa ci sono: entusiasmo, passione, perseveranza e pianificazione. Ci soffermeremo proprio su quest’ultima caratteristica.
Che si tratti di un’impresa esistente, che in questo caso vuole svilupparsi come “franchisor” o di una nuova impresa, “franchisee”, la pianificazione delle attività e dei relativi costi deve essere un focus importante da monitorare. I costi si distinguono in due categorie: “tangibili o visibili” (quelli cioè che ci sembrano abbastanza ovvi da tenere in considerazione), e “costi non tangibili o non visibili”.
In questo articolo ci soffermeremo a descrivere i costi “non tangibili” in quanto possono risultare “nascosti” nei vari business plan proposti e valutati. Va detto, per onestà, che questi “costi non tangibili” dovrebbero essere già conosciuti da chi vuole approcciare un’attività imprenditoriale nel settore, in questo caso, della ristorazione. Ne daremo una doppia chiave di lettura: sia dal lato franchisor sia dal lato franchisee. Vediamoli di seguito:
FRANCHISOR
Tangibili o visibili
– Registrazione marchio
– Contratto di franchising
– Manuale operativo
– Manuale di brand
– Manuale construction
– Business plan (investimento e gestione)
Non tangibili o non visibili
– Comparto IT (strumenti e persone dedicate)
– Promozione e sviluppo (strategia, strumenti, persone, costi accessori)
– Consulenze specifiche per vari dipartimenti o attività, difficilmente in fase di start up si trovano in azienda
– Funzionigramma della struttura (ruoli, costi, persone)
– Costi per trasferte (sopralluoghi, riunioni, controlli)
– Costi per gestione e monitoraggio della rete (strumenti, persone, costi di trasferta)
FRANCHISEE
Tangibili o visibili
– Fee d’ingresso
– Compenso agenzia per commercializzazione location (varia tra urban e cc)
– Progettazione e direzione lavori
– Lavori di realizzazione (edili, elettrici, idraulici, attrezzature, insegne, ecc.)
– Sistema IT: abbiamo indicato la voce “IT” in quanto nell’era della digitalizzazione non va considerato solo il sistema casse , ma tutti quegli strumenti che si interfacciano con esso per l’erogazione del servizio e della promozione dell’attività;
– Occupazione suolo pubblico: questa voce potrebbe riestrare anche tra quelle “non visibili” ma è da valutare in quanto è una voce che a seconda dei mq e delle città ha un costo importante che impatta direttamente sul costo di locazione;
– Divise del personale
– Prime forniture: se esplicitate e quantificate; ritroveremo questa voce anche nella sezione “costi non visibili”;
Non tangibili o non visibili
– Costituzione di una srl (mediamente 2.500 euro)
– IVA: rientra per l’azienda tra le voci a “partite di giro” cioè una compensazione tra le voci a debito e credito nella gestione ordinaria. Di fatto, in fase di investimento si tratta per l’imprenditore di IVA anticipata nel momento del pagamento delle fatture di acquisto. Ecco perché in fase di pianificazione dell’investimento è importante considerarla come “uscita di cassa”; considerando che ha un peso medio di circa il 22%.
– Il caso della fideiussione bancaria è una particolare forma di tutela nella quale è la banca a garantire il puntuale adempimento della persona che ne fa richiesta. Generalmente la fideiussione bancaria viene richiesta da una persona al proprio istituto di credito nel momento in cui stipula un contratto di tipo economico o finanziario con una terza parte, a garanzia di: costi di locazione, acquisti, royalties. Oltre alla commissione bancaria che va calcolata, la banca potrebbe richiedere l’immobilizzazione a garanzia di una certa somma di denaro che essendo appunto immobilizzata non può essere utilizzata e va pertanto considerata tra le voci di investimento;
– Prime forniture: riguardano quelle forniture che prevedono il pagamento anticipato o alla consegna della merce. L’importo complessivo varia a seconda dei volumi di acquisto; è comunque una cifra che deve essere considerata nel budget di investimento.
– Assicurazioni: variano a seconda dei massimali, vanno considerati tra i 3 e 5.000 euro/annui;
– Allaccio utenze: è un costo non indifferente per quelle attività che richiedono una potenza di circa 10kw. Tra gli allacci di energia elettrici e gli altri vanno considerati circa 10.000 euro.
– Adempimenti di legge vari, ad esempio Documento di Valutazione Rischi , Documento HACCP per sicurezza alimentare;
– Personale: spese per la selezione del personale, formazione e addestramento (retribuzione del personale che dovrà essere assunto, vitto e alloggio per trasferte in quanto di solito i pv di training sono distanti dal luogo di apertura). Spesso questa voce viene definita di “costo” in realtà andrebbe definita di “investimento”, in quanto sono le Persone che poi trasformeranno un locale in un’attività di successo.
– Attività di Marketing Locale : segnaletica stradale, web locale, sponsorizzate web e social, affissioni, ecc. Di solito a questa voce non viene data la giusta importanza (addirittura ignorata), il risultato è costruire una bellissima “cattedrale vuota” in quanto alla comunità non è stata comunicata adeguatamente (o per nulla) la nuova apertura.
Walt Disney ha detto “se puoi immaginarlo, puoi farlo”. Noi possiamo concludere questa riflessione sui costi “non visibili” con: “se conosci tutti i tuoi costi, puoi realizzarlo”.
di Dante D’Alfonso